Proteine & Risate

Il gladiatore – 2000 diretto da Ridley Scott e interpretato da Russell Crowe

Altro che carne! Altro che proteine!

La dieta tipica dei gladiatori era costituita da legumi, orzo ed un particolare “integratore” per recuperare le forze.

I gladiatori sono un vero e proprio mito dell’Antica Roma, simbolo di forza e virilità, cosa mangiavano? Come era la loro dieta? Al contrario di come tutti possano pensare la loro alimentazione era prevalentemente a base vegetale ricca di cereali e legumi.

Nel 1993 durante uno studio curato dal Dipartimento di Medicina Forense presso la MedUni di Vienna, in collaborazione con il dipartimento di antropologia dell’istituto di medicina forense dell’università di Berna, sono stati analizzati resti provenienti da un cimitero.
Le ossa appartenevano a 53 individui vissuti (e morti) tra il II e il III secolo d. C., all’epoca in cui Efeso era la capitale della provincia romana di Asia ed arrivò così a contare oltre 200.000 abitanti.
I risultati hanno quindi confermato che i gladiatori avevano una dieta prevalentemente vegetariana.

Hordearii – I mangiatori d’orzo

I testi storici ci parlano di una dieta specifica denominata gladiatoriam saginam per i gladiatori che comprendeva orzo e fagioli, infatti erano chiamati con l’appellativo di hordearii (mangiatori di orzo).

Le analisi hanno mostrato che tutti gli individui mangiavano cereali come orzo, miglio farro e legumi.
Quello che ha un po’ sorpreso nelle ossa dei gladiatori sono stati i valori bassi d’azoto, che secondo i ricercatori indica il consumo di poche proteine animali come carne, pesce e latticini.
Infatti il consumo di prodotti di origine animale in grande quantità è storia moderna, gli animali si allevavano per i lavori di campagna, solo chi era dedito alla pastorizia o all’attività della caccia aveva più facilmente la possibilità di mangiare carne, inoltre bisognava mangiare in tempi brevi in quanto non c’era la possibilità di conservare gli alimenti.

Inoltre i gladiatori facevano uso di una bevanda rivitalizzante ed energetica a base di ceneri di piante officinali. Gli infusi di fieno greco erano i più utilizzati. Questa bevanda citata anche da Plinio il Vecchio, era utilizzata per rafforzare il corpo dopo l’esercizio e per promuovere una migliore guarigione dopo il combattimento.

Sembra secondo i ricercatori che questi ceneri dissolte in acqua, apportavano anche altri minerali come lo calcio , magnesio in particolare lo zinco di cui la dieta dei gladiatori doveva essere presumibilmente povera.
La conclusione dello Studio pubblicato su PlosOne indica la possibilità concreta che la dieta dei gladiatori fosse prevalentemente vegetariana.

Pollice Verso, dipinto del 1872 di Jean-Leon Gerome

I gladiatori erano vegetariani

Lo stereotipo del gladiatore tutto muscoli come Russell Crowe nel celebre film di Ridley Scott del 2000 è oramai superato, a giudicare dai risultati derivanti da una ricerca condotta da un gruppo di medici antropologi della Medical University di Vienna su una tomba di Efeso (in Turchia) di circa 2000 anni fa da cui è emerso che i gladiatori erano prettamente vegetariani.
Altro che Adoni dagli addominali scolpiti e i muscoli torniti, i gladiatori erano per lo più “omini de sostanza“, che tradotto in italiano significa che avevano un po’ di pancetta.

Ebbene l’energia per combattere ore e ore incessantemente la traevano per lo più da legumi e cereali: d’altronde il grano venne introdotto in Europa solo molti secoli dopo e l’alimento che più si confaceva al loro mestiere era l’orzo tanto che venivano chiamati hordeani (da hordeum, orzo per l’appunto), insieme ai fagioli.

La carne era pressoché assente dalle diete dei gladiatori non tanto per via delle condizioni di povertà in cui vivevano, ma perché risultava più efficace, al fine di vincere gli scontri, avere uno strato di grasso più morbido a mo’ di armatura piuttosto che degli invidiabili addominali: l’adipe sulla pancia attutiva infatti i colpi, i nervi erano meno esposti e le ferite che riportavano meno profonde.

I gladiatori e lo strano integratore vegetariano per recuperare le forze

Perché i gladiatori venivano raffigurati come uomini muscolosi, snelli e fisicamente attraenti è presto detto: anche nell’Antica Roma si usava Photoshop… O meglio si idealizzava la bellezza del soggetto fino a renderlo un corpo perfetto, che fosse un gladiatore o un filosofo.
Per recuperare le forze e ritrovare le energie dopo uno scontro, i lottatori erano soliti assumere una sorta di integratore alla cenere, ricco di stronzio e calcio, ricavato dalle piante: un tonico in grado di far dimenticare loro le fatiche delle battaglie in arena paragonabile – molto lontanamente – alle compresse a base di calcio e magnesio che assumiamo noi per combattere la spossatezza.

“I gladiatori nel circo”, mosaico di età imperiale, Galleria Borghese, Roma

Un fisico adatto alla lotta

Una dieta frugale non era la conseguenza della condizione sociale dei gladiatori, molto spesso (anche se non sempre) prigionieri o schiavi, quanto piuttosto di una volontà precisa. Le scuole gladiatorie erano una fonte di reddito e impiego di grandi proporzioni durante l’antichità, si potrebbero paragonare quasi alle squadre di calcio odierne.
Un lottatore vincente era un bene prezioso, da non trascurare.
Una dieta tanto ricca di carboidrati copriva i muscoli di uno strato di grasso, e infatti Galeno definisce i Gladiatori come “mollicci”.
Il grasso, ancorché oggi considerato antiestetico, ricopriva un ruolo importante durante le battaglie, perché proteggeva parzialmente gli organi e i muscoli del combattente.
Ferite e tagli superficiali risultavano meno invalidanti rispetto a chi aveva un fisico scolpito, e inoltre anche una massa corporea pesante costituiva un’arma aggiuntiva che poteva risultare decisiva nell’arena.
Un gladiatore possente e massiccio, quando ferito, sgorgava sangue a volontà, mantenendo inalterate le proprie capacità di battersi.

Il sangue dei gladiatori, all’epoca dei Romani, veniva considerato un rimedio per l’impotenza (una specie di Viagra dell’antichità), e “gladius”, oltre che indicare la spada, era un termine volgare per definire il pene.
E’ facile immaginare il delirio delle folle nelle arene per possenti gladiatori grondanti sangue ancora in grado di ribaltare l’esito di una battaglia.

La professoressa di Harvard Kathleen Coleman, non coinvolta nel team dell’Università di Vienna che ha condotto la ricerca, concorda con l’idea che la dieta dei gladiatori potesse essere attentamente considerata e non frutto dell’esclusiva volontà di risparmiare.
Dal momento che tutti volevano il miglior combattimento possibile, afferma: “Presumo che conoscessero bene il legame tra dieta e prestazioni [e] volevano certamente ingrassare i gladiatori“.
Inoltre, anche se un po’ sovrappeso (non certamente grassi), i gladiatori erano tutt’altro che fuori forma.

Gli studi hanno consentito di accertare che le ossa erano dense quanto quelle degli atleti odierni, e che i muscoli erano ben sviluppati in modo uniforme fra braccia e gambe.
I gladiatori passavano quindi il proprio tempo ad allenarsi e a mangiare, in modo da diventare giganteschi colossi in grado di battersi per lungo tempo all’ultimo sangue gli uni contro gli altri.

Il combattimento

Gladiatori come Sex Symbol

Ce lo racconta Giovanale, che in un poema epico fa scappare la moglie di un senatore proprio con un gladiatore. Oppure nei graffiti di Pompei, dove si legge di “Crescenzio, colui che di notte fa incetta di giovani donne”, o di “Calado il Tracio, tre volte vincitore e tre volte incoronato, idolo delle giovani fanciulle”.

Il business legato ai Gladiatori era enorme, e si può riscontrare nel numero e nell’imponenza delle scuole gladiatorie, la cui più famosa era la “Ludus Magnus”, collegata al Colosseo da un tunnel sotterraneo, ma anche nelle scuole di Pompei, Capua e Ravenna, le tre di maggior prestigio oltre quella romana.

I Gladiatori erano spesso prigionieri di guerra, ma potevano anche essere uomini liberi, che sceglievano volontariamente di entrare a far parte di una specie di prigione con diversi comfort.
Abitavano strutture organizzate con medici, riscaldamento, bagni, un cimitero e diversi altri tipi di comfort, una serie di lussi non paragonabili alla morte per artrosi che afflisse le classi sociali più misere dell’Impero.
La probabilità di morire era elevatissima, peraltro in modo violento come sventrati da un animale durante le “Venationes” o uccisi da un altro gladiatore, ma il sogno della gloria e della remunerazione elevata attraeva gli uomini come api al miele.
Più che l’atletico Massimo, interpretato da Russell Crowe nel film “Il Gladiatore”, i lottatori romani dovevano somigliare al suo sfidante, un Gallo di imponenti dimensioni.

Il Ludus Magnus di Roma con, sullo sfondo, il Colosseo, fonte Wikipedia

Proteine & Risate

Torniamo alla nostra affermazione dell’inizio.
Ridere di cosa?
Ridere dell’attuale mania di proteinizzare a tutti i costi i cibi e quindi l’alimentazione tutta.
Abbiamo visto che i gladiatori romani mangiavano ben poche proteine, soprattutto quelle animali, ma erano in grado di sostenere per ore e ore combattimenti che avevano come posta la propria vita.
Condotti quindi con tutta l’energia che avevano in corpo.
E allora?
E allora questa ricerca esasperata di una alimentazione super-proteneizzata è frutto dell’ennesima moda, lontana da reali vere e fondate esigenze nutrizionali.
Ma questa è un’altra storia … e ve ne parleremo presto.

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