Solo nel biologico c’è vero benessere animale!

Maiale felice da agricoltura biologica

Nel convenzionale è solo fumo negli occhi del consumatore.

Il claim “benessere animale” è ormai presente su un’infinità di prodotti animali o di origine animale, come il latte, ad esempio o le uova. Ma chi lo certifica questo presunto benessere degli animali allevati in allevamenti intensivi?

La direttiva 98/58/CE del Consiglio UE definisce norme minime per la protezione di tutti gli animali negli allevamenti, mentre altre norme UE definiscono gli standard di benessere degli animali da allevamento.

Ma sono come l’inferno, che si dice lastricato di buone intenzioni!

In realtà non ci sono controlli puntuali, anzi non ci sono proprio controlli di alcun tipo, sull’applicazione di queste belle norme. E negli allevamenti intensivi tutto procede come sempre.

Cambiando totalmente prospettiva, è un po’ come il famoso diritto allo studio.

Parliamoci chiaro: c’è un solo modo di garantire il diritto allo studio di tutti gli alunni: fare classi con un numero limitato di allievi!

In modo che l’insegnante li possa seguire e aiutare tutti, anche i meno dotati. Piuttosto semplice, vero? Tanto semplice che non viene assolutamente applicato!

La stessa cosa avviene anche per gli allevamenti intensivi. Gli animali sono esseri viventi con le nostre stesse esigenze: ammucchiati gli uni sugli altri, come avviene negli allevamenti intensivi, soffrono come soffriremmo noi umani se ci ammucchiassero nello stesso modo!

Capre felici nell’agricoltura biologica.

Chi dirige gli allevamenti intensivi, e poi applica sulle confezioni dei prodotti il claim “benessere animale” ha la coda di paglia.
Lo dimostra il fatto che la più grande realtà italiana del latte, la Granarolo, ha fatto una causa risarcitoria di svariati milioni di euro nei confronti di una giornalista.

La giornalista in questione è la brava e coraggiosa Sabrina Giannini, che in un servizio televisivo del 2020 ha alzato il velo sulla sordida realtà che si nasconde dietro la fasulla e autoreferenziale certificazione del benessere animale!

Ecco cosa dice Sabrina Giannini in un suo post su Instagram:

“Avete partecipato numerosi al post su Granarolo e sulle mie cause… da qui al 10 maggio 2021 (giorno della prima udienza in tribunale) vi mostrerò un po’ di pillole sulla questione delle etichette che riportano la scritta “benessere animale”. Perché non ho paura di ripeterlo: un’etichetta non cambia la sostanza di un allevamento intensivo.

REPETITA IUVANT: Si sta parlando in questo momento a Bruxelles della fine delle gabbie per gli animali allevati.

Già: e i vitelli separati dalla mamma perché il latte deve costare poco? L’ultima azienda a citarmi per danni (la prima dopo 5 stagioni di #indovinachivieneacena) è stata l’azienda che produce latte Granarolo per il servizio sul “benessere animale”.

Non ho contato i milioni di euro che Granarolo mi chiede per presunti danni che avrei creato con il servizio “Delicatessen”.

Confido nella magistratura che mi ha sempre dato ragione. Ma sono loro che scrivono in etichetta “Benessere animale” non io, io ho invece dimostrato che quell’etichetta non ha cambiato la vita delle vacche e ancor meno dei vitelli.

Giudicate voi, poi vedremo come giudicherà il giudice. Tra 10 anni. A proposito: Granarolo non ha proprio capito il senso del giornalismo di inchiesta, e vedremo se accetterà il confronto perché, certo, io non smetto di parlare di una delle più assurde etichette in circolazione. Eppure, ma con ritardo, perfino la politica (che controlla la RAI, azienda di Stato) parla ormai di sostenibilità, di green deal, di cambiamento climatico da contrastare. Se non è un’etichetta ingannevole anche quella… lo vedremo. Da tutti i punti di vista.”

L’etichetta di “benessere animale è solo e soltanto una bassa operazione di marketing commerciale. Come cantavano i Platters è solo “Smoke Gets In Your Eyes” del povero consumatore! Fumo negli occhi.

Nel titolo ho scritto che solo nel biologico c’è il vero benessere animale. Perché? Semplice, perché nel biologico il numero di animali è regolamentato e soprattutto contingentato!

Rigorosamente con un criterio legato allo spazio disponibile da parte dell’allevatore. Il tutto normato con legge italiana ed europea.

Nel biologico non ci sono trucchi od etichette fasulle!

Vi allego la tabella dell’allegato IV del REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli.

Tabella dell’allegato IV del regolamento alla produzione biologica

Questo è l’unico e vero modo di assicurare il benessere animale agli animali allevati. Come per il diritto allo studio esemplificato sopra: la quantità fa la qualità!

Mucca da allevamento biologico.

Nelle premesse alla legge sul biologico si afferma:

(8) “L’approccio olistico dell’agricoltura biologica richiede che la produzione zootecnica sia legata alla terra … è necessario prevedere il divieto della produzione animale “senza terra”.

E ancora:

(10) L’allevamento biologico dovrebbe garantire il rispetto delle esigenze comportamentali specifiche degli animaliper consentire a ciascun animale un’ampia libertà di movimento nonché per sviluppare il comportamento sociale naturale dell’animale … comprese le api.

…devono garantire un livello elevato di benessere degli animali, una delle priorità dell’agricoltura biologica, e per questo motivo possono andare al di là delle norme comunitarie in materia di benessere applicabili all’agricoltura in generale.

(11) Nella maggior parte dei casi è opportuno che gli animali, quando le condizioni atmosferiche lo consentono, possano accedere a spazi all’aperto nei quali possano pascolare.

(13) È necessario vietare le mutilazioni che provocano negli animali stati di stress, danno, malessere o sofferenza.

(16) La gestione della salute degli animali deve mirare soprattutto alla prevenzione delle malattie. Occorre inoltre prevedere misure specifiche in materia di pulizia e disinfezione.

(17) Nell’ambito dell’agricoltura biologica non è consentito l’utilizzo preventivo di medicinali allopatici ottenuti per sintesi chimica (leggi antibiotici!).

Tutti questi sono fatti, non pie e tarocche intenzioni! Attenzione, dunque, al fumo negli occhi