Più vermi in tavola
Un delizioso Acheta domesticus
C’è l’abbiamo fatta.
Non bisogna più andare in Cina, per acquistare sulle bancarelle di strada bachi da seta, scorpioni, larve di insetti vari tutti infilati ordinatamente su lunghi bastoncini.
Tutti questi meravigliosi insetti e vermi ce li possiamo mettere nel piatto da soli:
- Forme in polvere congelate ed essiccate di Locusta migratoria (Migratory Locust)
- Forme gialle congelate, essiccate e in polvere del verme della farina (Tenebrio molitor)
- Polvere parzialmente sgrassata di forme di grillo domestico (Acheta domesticus)
- Formulazioni in polvere del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus larvae)
Questa è vera democrazia.

E poi con vermi e grilli essiccati ci facciamo farine, e con le loro farine ci facciamo il pane, i grissini, le barrette proteiche, ecc.
Proprio le proteine sono la santificazione di questi “nuovi alimenti”.
Oggi, a chi parla di proteine, qualunque proteina, lo fanno santo subito!
Peccato non si dica a ignavi consumatori che ci sono proteine e proteine, di categoria A – B – C – D ecc., alcune non nobili, di basso valore biologico.

C’è però un fatto curioso.
La stessa UE, attraverso l’EFSA, afferma “Gli integratori alimentari contenenti larve di Alphitobius diaperinus in polvere non dovrebbero essere assunti da persone di età inferiore a 18 anni”.
Si sa così poco su eventuali fenomeni allergici, tanto da sconsigliare il consumo di insetti e vermi agli under dei 18 anni!
Ma non ci si è fatti troppi problemi per ammettere al consumo questi nuovi “alimenti”.
Soprattutto quando ci sono altri alimenti, usati dall’uomo addirittura da migliaia di anni, parcheggiati da anni dall’EFSA nei “novel food” – i nuovi alimenti non consumati a livello ‘significativo’ prima del 1997, secondo la definizione della Ue che li autorizza.
Sostanze sottoposte a sorveglianza e soprattutto ammesse ad un consumo molto, molto limitato.
Ve ne faccio un esempio, che però vale per tutti: i semi di chia, cioè la “Salvia hispanica”
Non è una proteina, ma vanta benefici veramente notevoli.
Chia – Salvia hispanica
“La chia (Salvia hispanica) è una pianta floreale della famiglia Lamiaceae, nativa del Guatemala e del Messico centrale e meridionale.
Come evidenziato dal Codice Mendoza, un manoscritto mesoamericano del XVI secolo, la pianta era coltivata dagli Aztechi in epoca precolombiana; secondo alcuni storici dell’economia, l’importanza della chia in campo agroalimentare era paragonabile all’epoca a quella del mais.
Viene ancora coltivata in Messico e Guatemala, per la produzione sia di sfarinati sia di semi interi ad uso alimentare.
I semi, ricchi di omega-3, sono paragonabili dal punto di vista nutrizionale a quelli del lino e del sesamo.” (Wikipedia)
Si dice che Cortez, scoperto che era un cibo importante dell’alimentazione dei guerrieri atzechi, ne fece distruggere le piantagioni.
Ma salvò delle piantine e le porto in Spagna.
Da qui il nome improprio di Salvia hispanica.
Fra i macronutrienti, i semi di chia apportano grassi omega 3 e omega 6 in un rapporto ideale: in questo modo aiutano a controllare i processi infiammatori, a promuovere un buon sviluppo del sistema nervoso e a ridurre il rischio di disturbi cardiovascolari.
I semi di chia contengono:
- 7 volte più Vitamina C rispetto alle Arance
- 5 volte più Calcio rispetto al Latte
- 3 volte più Ferro rispetto agli Spinaci
- 2 volte più Potassio rispetto alle Banane
- 15 volte più Magnesio rispetto ai Broccoli
La Salvia hispanica, inoltre, contiene il 64% di Omega 3 con ALA (acido alfa linoleico), abbondanti bioflavonoidi (antiossidanti), ed è la fonte di Omega 3 più sana, più sicura e più ricca del Mondo, è l’unico prodotto che fornisce grassi essenziali Omega 3 senza i problemi di gusto, odore, tossicità, irrancidimento e alto contenuto di grassi saturi.
Che ne dite? Sembrano veramente i semi della vita.
Forse forniscono fin troppa vita!
Come diceva il nostro fine politico Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma difficilmente si sbaglia”.
Evidentemente al redditizio mercato degli integratori di sintesi un competitor naturale, così riccamente dotato di proprietà, fa paura.
Ma non c’è problema.
Ci pensa l’EFSA a tenerlo strettamente e forse indefinitivamente tra i cibi imprigionati tra i “novel food”, dove c’è dal 2009.
Fa un po’ effetto questa definizione, data ad un alimento nobile che le popolazioni del centro America consumano da oltre 5.500 anni!
Meditate gente … meditate … E intanto mangiatevi i vermi!!!
